Le infrastrutture come volano di green mobility.
Sembra questa la strada intrapresa al momento in Europa e che inizia ad affacciarsi in Italia. Partire dalle infrastrutture, come piste ciclabili e pedonali, per incrementare le forme di mobilità dolce a livello urbano.
Pandemia e nuove forme di mobilità.
Torniamo sempre ai cambiamenti che il Covid ha accelerato vertiginosamente: la ricerca di nuove forme di mobilità, soprattutto per chi era solito utilizzare mezzi pubblici. L’auto torna in auge tra i mezzi prediletti di spostamento. Ma per indurre una transazione ecologica non sembra essere di certo il mezzo preferibile.
Come si può facilitare l’uso di nuove forme di mobilità?
Al centro di tutti questi cambiamenti spicca senza dubbio la bicicletta, il nuovo mezzo di mobilità alternativa, che vede un vero e proprio boom di vendite dal 2019. La crescita esponenziale di nuove forme di spostamento richiama ovviamente alla controtendenza della mancanza di infrastrutture. Poche piste ciclabili, pedonali e vie di mobilità dolce.
Per veicolare la transizione ecologica e facilitare l’adozione di nuove forme di spostamento c’è bisogno di mettere in condizione i cittadini di poter effettivamente utilizzare i mezzi alternativi, bici, elettriche e non, monopattini e spostamenti a piedi.
Viaggiare in sicurezza
Se da un lato la volontà di muoverci in sicurezza, rispettando il distanziamento sociale, è stato un acceleratore all’adozione della nuova mobilità, dall’altro è proprio la sicurezza ad essere carente nelle nuove forme di spostamento. Non in relazione ai mezzi, ma alla mancanza di normative e di infrastrutture a protezione degli spostamenti. Dalle infrastrutture parte il PUMS.
Piano Urbano della Mobilità Sostenibile
Il PUMS è un piano strategico basato sui principi di integrazione, partecipazione e valutazione, al fine di soddisfare le necessità di mobilità delle persone e migliorare la qualità della vita nelle città.
Entrano in gioco le amministrazioni cittadine. In Italia sono molte le amministrazioni virtuose che già si sono messe in moto per attuare tale piano di mobilità, nelle Marche troviamo Pesaro, Fabriano e Jesi. Nello specifico, per le piste ciclabili parliamo di progetti per 2.626 Km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 Km già esistenti in 22 città italiane.
Cosa fare e obiettivi all’orizzonte
Il punto di partenza perché la mobilità sostenibile cresca davvero, sembrerebbero essere le infrastrutture. Per riuscirci occorre una spinta sulla costruzioni di piste ciclabili, raddoppiandone, nei prossimi 5 anni, i chilometri nelle città italiane.